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Il più importante e significativo degli scritti di Guevara, in cui esprimeva giudizi severi sull'URSS. Non a caso è rimasto inedito per quarant'anni. Per una spiegazione della lunga censura, si rinvia all'articolo Inediti del Che.
Questo discorso è pronunciato il 9 maggio 1964 nel seminario di chiusura su «I giovani e la rivoluzione», organizzato dalla Ujc . Lo avevo scelto inizialmente pensando a una risposta all’assurda rivendicazione di un “Guevara fascista” fatta non solo dai nazistelli di Casa Pound, ma anche dei tanti che scrivono sciocchezze su Guevara scopiazzandosi l’un l’altro, ma rileggendolo lo ho trovato ricco di attualissimi spunti sulla concezione del partito e del suo rapporto con la società, di riflessioni critiche sull’esperienza della rivoluzione, sull’origine borghese di gran parte dei suoi dirigenti, ecc., che lo mettono sullo stesso piano degli ultimi grandi scritti, come Il socialismo e l’uomo, o Il discorso di Algeri. E per questo lo ripropongo sul mio sito. (a.m. 3/10/2009)