La mobilitazione contro la “buona scuola”: un anno dopo

di Ruggero Orilia

Quasi esattamente un anno fa su questo sito veniva pubblicato un testo elaborato nell’ambito del movimento studentesco marchigiano, in occasione del dibattito interno ad una associazione nazionale, politica e sindacale, degli studenti: Un testo di mobilitazione studentesca contro l’INVALSI

Si era alla vigilia della somministrazione dei test Invalsi alle scuole superiore, in cui il consueto boicottaggio organizzato dal movimento per la scuola pubblica acquisiva un carattere più generale dato che poco tempo prima era stato presentato il ddl noto come “La Buona Scuola”, concretizzazione di un piano più vago presentato dal governo all’inizio dell’anno scolastico, già avversato dai critici più attenti della scuola neoliberale.

Eccetto alcune vittorie sulle misure maggiormente peggiorative (dal testo finale tra i punti più rilevanti furono cancellati i seguenti: responsabilità propriamente didattiche e ruolo esclusivo nell’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa del dirigente scolastico; 5×1000 a singole scuole pubbliche e private; apprendistato dal secondo anno di scuola superiore; partecipazione negli organi della scuola delle componenti della comunità territoriale), in realtà l’ampio movimento contrario alla “Buona Scuola” non riuscì a scalfire un ddl che fu approvato dal Parlamento, che ne mantenne l’impianto, diventando la legge numero 107 del 2015.

A quel movimento mancò l’apporto delle grandi masse studentesche, eccettuate le minoranze attive, sia per via della vicinanza degli scrutini e degli esami di Stato sia per una scarsa ricettività a parole d’ordine come “libertà di insegnamento” (a volte considerata licenza), “collegialità” (è noto che anche prima della legge 107 la volontà degli studenti contava poco all’interno della scuola) fatte proprie dai docenti, sia per l’incapacità dei sindacati di coinvolgere gli altri lavoratori del pubblico e del privato, e di proclamare non un simbolico sciopero degli scrutini, ma un vero e proprio blocco.

Inoltre non si può neanche dire che ora si siano riattivati i sindacati dei lavoratori della scuola (l’annunciato Vietnam si è rilevato una mediazione al ribasso) né le masse studentesche, rimaste, a livello nazionale, sostanzialmente inattive nel complesso, anche nelle date di mobilitazione tradizionale (il primo venerdì di ottobre, il 17 novembre, la stagione autunnale e invernale preferita per le occupazioni …). Gli scioperi generali della scuola, proclamati dai sindacati di base (12 maggio) e dai confederali (20 maggio), pur con i loro limiti (nel primo caso lo scarso seguito  prevedibile data la mancanza di un organizzazione di massa dei sindacati di base, nel secondo caso per le rivendicazioni che sembrano chiedere una cogestione, che, nelle situazione data non si potrà che tradurre che in una mediazione al ribasso, da parte dei sindacati, di alcune innovazioni particolarmente odiose della legge 107 come la chiamata diretta e il bonus premiale), ma soprattutto il boicottaggio dei Test Invalsi, il 12 maggio possono forse iniziare a segnare un’inversione di tendenza.

Su questo rimando ad alcuni articoli presenti on-line: G. De Michele mostra come il test riuscì nella difficile opera di danneggiare la comprensione di un commovente racconto di Mario Rigoni Stern http://www.carmillaonline.com/2012/05/08/salvate-il-soldato-rigoni-stern/ ; Adriana Presentini scrive sulla evidente inefficacia dei test Invalsi per gli alunni delle scuola primaria http://www.minimaetmoralia.it/wp/i-signori-invalsi-prima-parte/ ; qui è riportato uno dei tanti articoli critici di Giorgio Israel, matematico recentemente scomparso http://www.sinistrainrete.info/societa/3644-giorgio-israel-invalsi-e-altre-storie.html ; mentre Chiara Carratù in un articolo ripreso da questo sito riassumeva le critiche dei sindacati di base: Scuola: pericolo invalsi. Inoltre il ruolo del Sistema Nazionale di Valutazione e dell’INVALSI all’interno della “Buona Scuola” era stato già evidenziato nell’articolo pubblicato su questo sito circa un anno fa e segnalato all’inizio.

Dal movimento contro la “Buona Scuola” è, però, nata una campagna referendaria volta ad abrogare quattro aspetti ritenuti particolarmente pericolosi della 107 promossa dal Comitato per la legge di iniziativa popolare per la buona scuola per la Repubblica, dall’UdS, dalla Flc – Cgil, dai sindacati di base e da altre associazioni (i quesiti mirano alla abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e confermare i docenti, di norme sul potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione, di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro, di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private).

Per quanto la raccolta firme, nell’ambito della campagna dei “Referendum Sociali” http://lipscuola.it/blog/campagna-referendaria/, possa costituire un importante momento di convergenza, è chiaro che questa non può sostituire la mobilitazione sociale nelle scuole e nelle piazze. Innanzitutto perché questa è la prima condizione per vincere il referendum ed evitare un’elusione da parte del governo dopo una eventuale vittoria, sia perché, anche dopo il referendum, rimarrebbe in piedi gran parte della legge 107, per non parlare delle leggi precedenti che hanno iniziato lo smantellamento dell’istruzione pubblica (dal ministro Berlinguer a Profumo, passando per Gelmini).

Inoltre è noto che gran parte degli studenti in quanto minorenne, pur potendo essere sfruttata tramite l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato formativo e il lavoro vero e proprio, e pur essendo l’avanguardia di massa di tutte le lotte coronate da successo per la democratizzazione della scuola (l’ultimo caso: la mobilitazione contro la legge Aprea nel 2012 in cui chi scrive ha partecipato alla sua prima manifestazione studentesca) non godono del diritto di voto.

Né i “referendum sociali” possono distrarre dall’importantissimo referendum di ottobre, necessario ad abrogare la “riforma costituzionale”, elaborata proprio, attraverso una limitazione del controllo popolare su governo e parlamento e una riduzione delle “garanzie costituzionali, per accelerare l’approvazione di provvedimenti come la “Buona Scuola”: impopolari, antipopolari e contrari allo spirito, se non alla lettera della Costituzione del 1948, repubblicana e antifascista.

Ruggero Orilia

già coordinatore della Federazione degli Studenti Marche

P.S. Si riporta un volantino distribuito nelle scuole dal movimento studentesco recanatese, sperando che sia utile per altri studenti.

METTICI UNA CROCE SOPRA! – IL 12 MAGGIO BOICOTTA I TEST INVALSI!

I test INVALSI
– sono incapaci di verificare la tua preparazione e inutilmente costosi (40 ml €)
– usano modelli statistici superficiali,
– considerano solo pensiero convergente, nozioni e abilità meccaniche,
– orienteranno sempre di più la didattica portando a insegnare solo ciò che sembra misurabile,
– valutano solo il prodotto e non il processo dell’apprendimento
– illegalmente ti schedano con un codice identificativo.

L’INVALSI, controllato dal MIUR, nel suo Statuto, ti considera come “capitale umano”, un fattore di produzione funzionale al sistema capitalistico.

Puoi dire NO a tutto questo boicottando il test. Metti la croce dove vuoi:
[ ] non venire a scuola
[ ] lasciare i fogli in bianco
[ ] non compilare il codice

Boicottare il test significa chiedere una valutazione che, a livello di individuo, gruppo e sistema, serva ad aiutare il miglioramento di tutti, consideri l’aspetto sociale, multiplo, qualitativo, divergente della conoscenza. I test possono essere usati solo a livello campionario, mentre la valutazione deve essere sotto il controllo del Parlamento, degli studenti e dei lavoratori della scuola attraverso un sistema di ispezioni.

Boicottare il test è un modo semplice per chiedere un cambiamento totale della Buona Scuola che introduce superpoteri per i presidi, agevolazioni fiscali per finanziare le scuole private e differenziare le pubbliche, risultati test Invalsi pubblici per orientare i genitori nella scelta della scuola e la didattica, revisione dell’Esame di Stato (Invalsi anche alla maturità?), formazione dei professori decisa organizzata dall’Invalsi.

Ti chiediamo di boicottare i test Invalsi per: un’altra idea di valutazione, cambiare la legge del governo e chiedere una scuola democratica, pubblica, egualitaria e di qualità che sviluppi il potenziale umano di tutti. Scegli o aggiungi la misura che preferisci:
[ ]biennio superiore unico []trasporti, libri di testo gratuiti [ ]sicurezza degli edifici [ ]più fondi all’istruzione [ ]borse di studio nazionali [ ]basta soldi alle scuole private [ ]governo democratico della scuola [ ]classi meno numerose [ ].

RESISTI alla (s)valutazione ! LOTTA per una scuola democratica !