Lampedusa, l’altra invasione

 

Una preziosa documentazione di Antonio Mazzeo sulla proliferazione di radar e centri di spionaggio di ogni genere sull’isola, che danneggiano la popolazione e anche la fauna che dovrebbe essere protetta…

 

I radar di Lampedusa, un crimine ambientale

di Antonio Mazzeo

Radar, ponti radio, antenne satellitari, sistemi elettronici, centri di spionaggio e intelligence. Sofisticati dispositivi di guerra puntati contro il Nord Africa e le imbarcazioni di migranti e richiedenti asilo in fuga dai mille crimini della globalizzazione. Un mixer micidiale di onde elettromagnetiche che attentano alla salute della popolazione e alla sopravvivenza della flora e della fauna di un’isola che pur soffocata dalla militarizzazione, resta una delle più belle del Mediterraneo. Con la proliferazione a Lampedusa delle infrastrutture belliche e inquinanti, le normative ambientali e i vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici sono spudoratamente violati. Dall’estrema punta occidentale a quella orientale è un susseguirsi di postazioni d’ascolto e telecomunicazione, centri di raccolta ed elaborazione dati, tralicci che supportano antenne vecchie e nuove. A Capo Ponente, dove sono ancora visibili gli sfregi delle piattaforme in cemento armato che reggevano la maxi-antenna di 190,5 metri della (ex) stazione Loran C della Guardia Coste Usa, qualche mese fa l’Aeronautica militare ha installato il radar di sorveglianza FADR (Fixed Air Defence Radar) RAT 31-DL, nell’ambito di un programma di ammodernamento della rete nazionale di telerilevamento. L’impianto è di pertinenza della 134ª Squadriglia Radar, preposta alla sorveglianza e al controllo dello spazio aereo in ambito nazionale e Nato e dipendente amministrativamente dalla 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo e operativamente dal Centro per il controllo aereo di Poggio Renatico (Ravenna).

A pochi metri di distanza dall’impianto dell’Aeronautica ci sono altri due potenti radar, un GEM presumibilmente  inserito nel sistema VTS della Capitaneria di Porto per il controllo del traffico marittimo e un radar EL-M 2226 prodotto dall’azienda israeliana ELTA-System. Nella vicina area di Albero Sole sorge invece la Stazione del 9º Nucleo Controllo e Ricerca (N.C.R.) dell’Aeronautica Militare, preposta all’individuazione di tutte le emissioni elettromagnetiche d’interesse strategico e alla guerra elettronica. La base di oltre 2.900 metri quadri di superficie ospita un imponente numero di antenne multiformi e le attrezzature di avvistamento avanzato per intercettare e analizzare le frequenze, le caratteristiche e le procedure delle trasmissioni radio, vocali e radar “nemiche” e “alleate”. Il 9° N.C.R. dipende dal Centro Intelligence Interforze di Castel Malnome, Roma, a sua volta subordinato con la Scuola interforze intelligence-guerra elettronica (S.I.I./G.E.) al 2° Reparto informazioni e sicurezza dello Stato maggiore della difesa. I dati intercettati a Lampedusa sono poi inviati per la loro elaborazione al Reparto Supporto Tecnico Operativo Guerra Elettronica (Re.S.T.O.G.E.) di Pratica di Mare. Continua in: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2015/06/i-radar-di-lampedusa-un-crimine.html