Il ricatto greco

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Il ricatto greco e la viltà della socialdemocrazia

La Grecia, non è più uno spauracchio come nella prima fase della crisi, quando ci raccomandavano di stare buoni per non finire nello stesso modo. Sono “lorsignori” che ora hanno paura: se la Grecia uscisse dall’euro per una reazione imprevista ai ricatti, i guai maggiori non sarebbero per i greci, da cui c’è ancora poco o niente da prendere, ma per quasi tutte le banche europee, e dato che queste spadroneggiano sui comuni mortali, sarebbero questi a pagarne il prezzo.

Gli ingenui aspettavano una svolta in Europa in seguito alla vittoria di Hollande, ma si sbagliavano di grosso. Hollande non ha un programma realmente alternativo a quello del PP europeo, e d’altra parte la sua sponda in Germania è la SPD, che si è affrettata a sbattere la porta in faccia al leader di Syriza Alexis Tsipras, che ha potuto incontrare nel suo giro europeo solo un paio di dirigenti di Die Linke a Berlino, Klaus Ernst e Gregor Gysi, e a Parigi Jean-Luc Melenchon, oltre al segretario generale del Partito Comunista, Pierre Laurent. Ma nessuno di questi conta almeno come il 2 di briscola.

La socialdemocrazia tedesca ha ribadito che vuole che la Grecia rimanga in Europa, ma a patto che accetti le politiche che le sono state imposte. Bersani, che si nutre di parole vuote, è tutto contento di un incontro con il capogruppo della Spd, Frank-Walter Steinmeier, in visita in Italia in questi giorni, in cui si è semplicemente ribadita la linea già assunta dall’UE. Syriza insomma è ancora senza grandi supporti in Europa: se fallirà nel suo progetto, la prima responsabilità sarà dei partiti socialdemocratici, a partire da quello tedesco, allineati con “la politica di rigore”. Al massimo sospirano che ci vorrebbe anche la crescita… Ma chi non la vorrebbe, se fosse possibile in questo quadro economico e con questi rapporti di forza?

Probabilmente Bersani e Steinmeier hanno anche discusso sulla contestazione che ricevono dai nuovi movimenti, come 5 stelle in Italia, i Pirati in Germania. Per ora da noi è venuta fuori solo l’idea incredibile di fare un dispetto ai “grillini”, come li chiamano provocando la loro ira: tagliare l’accesso al finanziamento (pardon, al rimborso) se non hanno uno statuto democratico. Una pura idiozia: prima di tutto perché il movimento 5 stelle ha dichiarato e praticato il rifiuto del rimborso, e ha vinto anche perché a Parma ha speso non 200.000 euro come il candidato del PD, ma solo 8.000 tra i due turni. Secondo perché se applicando una volta tanto una norma della costituzione si dovessero escludere dal rimborso i partiti che non hanno un funzionamento democratico interno, nessuno avrebbe le carte in regola. E comunque è un’idea che rivela qual è la cosa più importante per questi partiti: i soldi…

Forse questa ridicola trovata è stata suggerita dalla stessa mente che ha proposto in Grecia di negare a Syriza il premio di 50 seggi che la legge elettorale prevede per il partito che arriva primo per numero di voti, con il pretesto che Syriza è una coalizione. Come se tutti i grandi partiti non fossero coalizioni di correnti e cricche… Nel frattempo compiacenti sondaggi assicurano che Syriza è stata scavalcata da Nuova Democrazia, il partito che ha provocato l’immenso buco nel bilancio greco… Ma evidentemente questi sondaggi fanno parte della solita campagna di disinformazione. Syriza ha comunque deciso di aggirare la truffa concordando tra le sue varie componenti di definirsi partito e darsi uno statuto provvisorio, ma ora è affidata al giudizio della Corte Costituzionale, che in Grecia come in Italia è formata da un bel po’ di giudici sensibili alle pressioni del potere… Vedremo, forse servirà a chiarire meglio la drammatica situazione della democrazia in Grecia. E, aggiungo, nel mondo: secondo Amnesty International in almeno un centinaio di paesi (la maggioranza quindi di quelli che fanno parte dell’ONU) la democrazia è calpestata, le polizie sono sempre più grandi, armatissime, e con impunità assicurata, e la tortura è all’ordine del giorno. Quella greca, che ha al suo interno militanti e simpatizzanti di Alba Dorata, non è da meno, e naturalmente non ferma gli attacchi dei neonazisti ai rifugiati afghani in transito obbligato. E la giustizia non vede: è come al solito bendata…

(a.m. 24/5/12)