“Riforma” del lavoro, il modello tedesco di Renzi

di Andrea Martini su Sinistra Anticapitalista

Nell’ambito dell’operazione “1000 giorni” varata dal governo Renzi un paio di giorni fa, con l’ambizione di sviluppare un complesso programma controriformista, uno dei punti più importanti sarà quello della cosiddetta “riforma del lavoro”, più volte annunciata e per ora limitatasi alla liberalizzazione dei contratti a termine.

Il governo e i suoi consiglieri economici hanno indicato il modello da seguire nella Germania (e nel “piano Hartz”, dal nome del top manager della Volkswagen autore delle quattro leggi che lo compongono).

Nel 2000 il governo “rosso-verde” di Schröder varò una pesante modifica del modello sociale che regolava i rapporti di lavoro e le relazioni sindacali. Quella “riforma” si basava su un’idea di rilancio economico fondato su una drastica compressione dei salari, sullo smantellamento del sistema dei sussidi e delle indennità per chi perdeva il lavoro, sostanzialmente sull’obiettivo di rendere competitiva con le merci provenienti dai paesi in via di sviluppo perlomeno una parte della produzione tedesca.

L’obiettivo del rilancio del PIL tedesco (all’epoca l’economia tedesca era stagnante) venne raggiunto, e altrettanto accadde con la disoccupazione, fortemente ridimensionata, ma al caro prezzo di un dilagare del fenomeno dei working poor, cioè dei lavoratori e (in particolare) delle lavoratrici che pur lavorando percepiscono salari da fame, di poche, pochissime centinaia di euro.

Si è rapidamente estesa e allargata la disuguaglianza sociale, spingendo milioni di persone ai margini della società.

Il governo Schröder per le conseguenze politiche delle sue scelte pagò rapidamente il prezzo con una sonora sconfitta elettorale e i frutti delle sue leggi vennero raccolti da Angela Merkel.

Vista dunque la rinnovata attualità della vicenda, riproponiamo alle/ai nostre/i lettrici/tori alcuni materiali di approfondimento sulla situazione delle lavoratrici e dei lavoratori tedeschi.

Videointervista ad Angela Klein (SOZ)

Modello tedesco solo per ricchi (dal “Manifesto” del 23 ottobre 2013