Un presidente democristiano doc

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Il presunto gesto di fastidio di Mattarella nei confronti dell’incontinenza verbale di Trump durante la visita ufficiale negli Stati Uniti è stata presentata in Italia come una prova di coraggio e di dignità del nostro presidente, e come un successo internazionale. Peccato che la sostanza dell’incontro non conferma minimamente questa interpretazione agiografica: a Trump è stato fatto soltanto un generico ammonimento sulla pericolosità di un duello a colpi di dazi (ovviamente respinto in blocco con una ancor più generica dichiarazione di possibile benevolenza verso l’Italia), ma si è garantito l’essenziale: è stato confermato l’acquisto di ben 90 cacciabombardieri F35, di cui non sarebbe necessario neanche uno. Undici di quelli già acquistati sono stati dislocati nella lontanissima Islanda, per rafforzarvi “la difesa NATO”. Difesa da quale minaccia?

E alla ossessiva richiesta di Trump, che rivendica un ulteriore contributo dell’Italia alla spesa della NATO, invece di contestarne la necessità con semplicissimi argomenti forniti dal comportamento della Turchia, che ha il più forte esercito NATO subito dopo quello statunitense, e fa un pessimo uso delle armi che le forniamo, Mattarella ha rivendicato l’enorme sforzo militare internazionale dell’Italia, che ha contingenti in vari paesi (compresa la Turchia, per difenderne il confine dal pericolo… della Siria!). Invece di discutere su ipotetici blocchi di futuri contratti, il governo italiano poteva e doveva sospendere immediatamente l’approvvigionamento di munizioni e i contratti di manutenzione per le armi tecnologicamente più avanzate, come gli elicotteri da combattimento Mangusta della Agusta Westland, usati largamente dal governo turco anche per la repressione interna, che non è mai cessata un giorno.

Mattarella, Conte e un gran numero di ministri si dicono cattolici, e appena possono si fanno ricevere dal papa, ma la loro sordità nei confronti degli appelli contro il mercato delle armi rivela che sono solo sepolcri imbiancati.

Appare anche falsa la solidarietà espressa con parole vuote alle vittime curde di quest’ultimo conflitto, ignorando quelle di 8 anni di diversi ma ugualmente ingiustificabili interventi stranieri in Siria, quelle di altre guerre esportate con pretesti vari in Iraq e Afghanistan, e in moltissimi altri paesi. Per non parlare di quella che almeno in Medio Oriente può essere considerata “la madre di tutte le guerre” e che più di settanta anni fa ha privato il popolo palestinese della sua terra e cerca incessantemente di scacciarne chi tenacemente si ostina a resistervi.

Un vero revival democristiano in politica estera…

(a.m.)