Fermarci è impossibile!

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Riprendo l’editoriale di Atenei in rivolta perché in questo momento gli studenti e i giovani precari hanno un ruolo importantissimo, e sono naturalmente sotto tiro, come sono ugualmente nel mirino quei pochi sindacalisti che si indignano di fronte all’opportunismo della stessa CGIL, ad esempio Sergio Bellavita (di cui ieri ho riportato il comunicato pubblicato sulla Rete28aprile, in Chi è estraneo?),  che è stato minacciato e trattenuto da funzionari della Digos che lo conoscevano bene, solo perché interveniva in difesa di uno studente catturato dalla polizia. Ma voglio anche  segnalare che in questi giorni il sito di Sinistra critica è momentaneamente bloccato da un attacco malevolo, ed è dunque ancora più importante collegarsi al vivacissimo sito di Ateneinrivolta. (a.m.16/11/12)

 

Dopo il #14N Fermarci è impossibile! Liberi/e Tutti/e!

15/11/2012

 

Editoriale di AteneinRivolta14 Novembre 2012. Per parlare di questa giornata e di cosa sta significando in tutta Italia vorremmo provare a immedesimarci in chi ci guarda da fuori, un/una attivista spagnolo, o greca o portoghese o francese. Magari è stato pure un attento osservatore degli ultimi movimenti italiani, si ricorda bene il 2010, le proteste studentesche contro la Gelmini e l’ultimo governo Berlusconi, l’insurrezione di piazza del Popolo il 14 dicembre, i titoli dei giornali che lodavano la gioventù ribelle contro il governo corrotto, le foto degli applausi ai manifestanti e le dichiarazioni di vicinanza dei politici dell’allora opposizione.

Chi da fuori prova a leggere e analizzare la giornata di ieri non può non chiedersi cosa sia cambiato fra un governo e l’altro, come sia possibile che un governo tecnico sostenuto da un’ampia coalizione, con il maggior partito italiano, il PD, che un tempo sulle proteste studentesche ha costruito buona parte della sua opposizione a Berlusconi, abbia una mano così pesante contro le mobilitazioni di piazza.

In realtà a noi che questo paese lo viviamo da sempre, che della natura tutta politica di questo governo non abbiamo mai dubitato, tutto appare chiaro, corteo dopo corteo.

Le politiche d’austerità sono tanto importanti per i potentati economico e finanziari che necessitano il più ampio consenso e sostegno, fuori e dentro le aule parlamentari. La nascita e il rafforzamento di fronti unitari contro queste politiche (come quello che si sta formando nel mondo della formazione fra insegnanti precari, studenti medi e universitari) è la minaccia più grande che questo governo sta correndo e che non può assolutamente permettersi.

Ieri sono scesi in piazza più di duecentomila studenti, in gran parte delle scuole medie, veri protagonisti di una mobilitazione capillare che sta coinvolgendo ogni istituto e che vede insegnanti e studenti collaborare attivamente per l’ampliamento della mobilitazione.

In tutte le più grandi città italiane la polizia ha caricato pesantemente, reprimendo con violenza inaudita ogni dimostrazione.L’antipasto l’avevamo visto a Napoli, in occasione di un corteo che protestava contro un convegno con il Ministro Fornero, già lì le cariche ripetute, la caccia strada per strada, i lacrimogeni sparati ad altezza uomo avevano chiuso la giornata.
Il 14 novembre Roma è diventata lo scenario da guerra scelto dalle forze dell’ordine per dichiarare definitivamente guerra ad ogni protesta che esca dal binario della sfilata rituale.

Il senso della carica durata più di un’ora, dei caroselli dei blindati, della caccia all’uomo fra le macchine e i vicoli del centro, delle identificazioni in massa, degli insulti e delle botte a freddo è proprio questo: non permettetevi più di alzare la testa, a garantire per noi e per il nostro brutale operato c’è il più ampio fronte partitico mai visto, per la stampa siete soltanto infiltrati e facinorosi e picchiarvi per “salvare” il resto delle mobilitazioni pacifiche è il nostro dovere (oltre che piacere).

La giornata di ieri e la sua violenza contro gli studenti è la degna conclusione di una strategia tesa a spaccare un fronte sociale in rivolta contro le politiche d’austerità sulla formazione sempre più ampio: prima un “contentino” (tra l’altro probabilmente revocato) sulle ore settimanali d’insegnamento per dividere i professori precari dalle mobilitazioni, poi le botte pesantissime agli studenti di tutta Italia, per dimostrarci che possiamo essere fermati. Peccato per loro che nelle prossime giornate a Roma sono annunciate decine di occupazioni di istituti e licei mentre anche ieri notte le facoltà della Sapienza sono rimaste occupate.

Grazie agli studenti e alle studentesse il nostro paese è stato in grado di rispondere all’appello dei movimenti dell’Europa oppressa e ribelle e anche per l’Italia è stato Sciopero Europeo.
Non possiamo e non vogliamo fermarci, dobbiamo rilanciare la mobilitazione per i prossimi giorni e settimane; ce lo impone l’Europa e le sue politiche d’austerità, ce lo impone la presenza oceanica nelle piazze di ieri, ce lo impongono la rabbia e l’amore per chi come noi ieri era dietro a quegli scudi e oggi sta ancora dietro le sbarre.

Fermarci è impossibile! Libere Tutti!

AteneinRivolta- Coordinamento Nazionale dei Collettivi