Il cuore dei neofascisti batte per la Russia

 

 

di Andrea Ferrario

da crisiglobale

 

Il Forum neofascista svoltosi a San Pietroburgo sotto l’ala protettrice di una forza politica legata al Cremlino non ha ottenuto il successo sperato, ma rimane un fatto di grande gravità. Intanto in Italia anche Casa Pound gravita verso il fronte filorusso con il varo del nuovo soggetto politico Sovranità, una cui promotrice spiega come e perché fascismo e “antifascismo” non sono poi così lontani nel mondo russo.

Il 22 marzo a San Pietroburgo si è tenuto il Forum Internazionale Conservatore Russo. Si tratta di un evento che era già stato programmato per il mese di ottobre dell’anno scorso, ma era stato rinviato senza darne motivazione. Al di là del nome teso a dare l’immagine di un evento “ragionevole”, si è trattato di un evento che ha raccolto nella ex capitale russa un’accozzaglia di neonazisti, razzisti, omofobi e antisemiti provenienti da tutta Europa, e non solo. Obiettivo dichiarato dell’iniziativa
era quello di trovare in Europa degli alleati del regime di Mosca che “difendano i valori tradizionali, promuovano gli interessi della Russia e ottengano una revoca delle sanzioni”. Il Forum non è un evento isolato, e va messo in collegamento sia con precedenti analoghe iniziative, come per esempio le due “conferenze di Yalta” dell’estate scorsatese a raccogliere intorno al Cremlino il neofascismo europeo insieme a militanti di sinistra disposti a un’alleanza “rosso-bruna”, sia con i sempre intensi rapporti tra le autorità di Mosca e l’estrema destra del continente. Un particolare poi da non trascurare è che l’evento è stato organizzato mentre in Russia fervono i preparativi per celebrare in grande stile il 70° anniversario della vittoria nella guerra contro i nazisti. Ma come vedremo più sotto, nel mondo politico russo la vittoria militare di Stalin contro la Germania e le simpatie per il neofascismo non sono assolutamente in contraddizione. Contro le iniziative hanno protestato alcune decine di attivisti di sinistra e del partito liberale Yabloko. Quando hanno cercato di entrare nella sala in cui si svolgeva il forum sono stati caricati dalla polizia, che ha fermato alcuni di loro.

 

Il Forum è stato organizzato dal partito di estrema destra russo Rodina, una forza che non è ancora entrata in parlamento, ma è comunque direttamente legata al Cremlino. Il suo fondatore, Aleksey Zhuravlev, è infatti allo stesso tempo un noto deputato del partito “presidenziale” Russia Unita, ed è tra l’altro “autore di un progetto di legge per togliere le facoltà genitoriali alle persone con un orientamento sessuale non tradizionale e sottrarre i figli ai migranti che non dimostrano di avere pagato le tasse”. Ma soprattutto attuale leader di Rodina è Dmitriy Rogozin, vicepremier russo responsabile del potente complesso militare-industriale. Al forum ha preso parte tutta una serie di forze ed esponenti del neofascismo europeo. C’erano il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e, come conferma “Il Foglio”, anche Luca Bertoni dell’associazione Lombardia-Russa curata da Gianluca Savoini, braccio destro di Salvini. Bertoni era insieme alla sua fidanzata Irina Osipova, dell’associazione italo-russa Rim, che sta collaborando al lancio di Sovranità, la forza politica di cui è promotrice Casa Pound nell’ambito della sua alleanza con la Lega Nord (si vedano più sotto maggiori particolari). Tra l’altro, due giorni prima del congresso Salvini partecipava a Milano al convegno“Russia e Crimea, due grandi opportunità per le nostre imprese” organizzato da Lombardia-Russa. Secondo alcune fonti per l’Italia era presente anche Orazio Maria Gnerre, dell’organizzazione “rosso-bruna” Millenium. Tra gli altri ha preso parte al convegno anche Udo Voigt, eurodeputato del neofascista Partito Nazional-Democratico tedesco, nonché noto antisemita. C’erano poi due europarlamentari del partito neonazista greco Alba Dorata, Elefterios Sinadinos e Georgios Epitidios, entrambi ex militari. Per la Svezia c’era Stefan Jacobsen, del neonazista Partito degli Svedesi, per la Gran Bretagna Nick Griffin del National Party e per la Bulgaria il leader del partito razzista di estrema destra Ataka. Tra i presenti, il più corteggiato dai partecipanti al forum era Aleksej Milchakov, membro del gruppo neonazista Rusich e comandante delle forze speciali della Repubblica Popolare di Lugansk. Era stata annunciata la partecipazione al forum anche di Aleksandr Kofman, ministro degli esteri della Repubblica Popolare di Donetsk, che però non ha preso parte all’evento e avrebbe dichiarato in privato al giornalista Ilya Azar di non volere prendere parte a un forum zeppo di fascisti. Ci sembra una scusa che non regge, visto che per due settimane il suo nome è comparso insieme a quello degli altri neofascisti nell’elenco ufficiale degli invitati largamente ripreso dai media russi e il separatista non ha mai avuto da ridire. Inoltre, come ministro della RPD Kofman lavora quotidianamente a fianco di neofascisti ed estremisti di destra di ogni sorta. Alla fine del Forum è stato firmato un memorandum per la formazione di un consiglio di coordinazione delle “forze conservatrici”.

 

Sono state comunque numerose le assenze, sia quelle dell’ultimo minuto che quelle già note prima dello svolgimento del Forum. Il fatto che non vi abbia preso parte alcun rappresentante del Front National francese non meraviglia più di tanto, viste le recenti polemiche sui finanziamenti russi al partito e la coincidenza con le importanti elezioni amministrative in Francia. Marine Le Pen continua a coltivare i rapporti amichevoli con il Cremlino, ma al di fuori di eventi poco presentabili come quello di San Pietroburgo. Meraviglia di più invece l’assenza di rappresentanti del partito neofascista ungherese Jobbik, che finora non aveva mancato nessun appuntamento dell’estrema destra promosso da soggetti russi. La Lega Nord, tra le più accese sostenitrici del regime di Putin e dei separatisti del Donbass a livello europeo, è stata presente in maniera solo non ufficiale e indiretta, come abbiamo visto sopra. Il Partito della Libertà Austriaco, anch’esso regolare partecipante alle iniziative dell’estrema destra europea sotto l’egida russa, ha prima confermato ufficialmente la propria partecipazione, poi all’ultimo ha cambiato idea. In compenso, è la prima volta che un partito rilevante e apertamente neonazista come Alba Dorata viene accolto ufficialmente in Russia, un salto di qualità non da poco. I due neonazisti greci però si sono limitati a parlare di economia in toni moderati, a quanto pare su preghiera degli organizzatori. Assenti invece per ovvi motivi i neofascisti ucraini, che dopo Maidan sono rimasti completamente isolati nell’ambito dell’estrema destra europea, fatta eccezione per i legami con alcuni gruppi marginali russi e finlandesi. Il Forum avrebbe dovuto essere inaugurato dal già menzionato leader di Rodina e deputato di Russia Unita Aleksej Zhuravlev, che però all’ultimo momento ha rinunciato “per impegni urgenti nel Donbass”. Come ha commentato Aleksandr Verchovskij, direttore del centro Sova, sulle pagine del quotidiano “Vedomosti”, “è dagli anni novanta che la Russia accoglie estremisti di destra, ma è la prima volta che si svolge una riunione alla quale prendono parte contemporaneamente tante organizzazioni neofasciste, e per di più organizzata da un partito come Rodina. […] Con Marine Le Pen tengono i rapporti persone che occupano posizioni più alte. I neofascisti sono di competenza di Aleksandr Dugin, ma ora a lui si è unito il partito Rodina che cerca di crearsi maggiori spazi”. Infine, il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, alla domanda di quale sia la posizione del presidente russo di fronte al fatto che nella sua città natale si è svolto un forum di neonazisti ha risposto con un secco “non commentiamo questi fatti”.

Alla fine si può senz’altro concludere che il Forum non è riuscito come era nelle speranze dei suoi organizzatori, e non si può che felicitarsene. Ma nonostante questo la sua gravità non va affatto sottovalutata. Il suo svolgimento senza alcun ostacolo da parte delle autorità (anzi, sotto l’egida di un partito cremliniano come Rodina), e oltretutto nella ex Leningrado alla vigilia dell’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale, dice chiaramente che in Russia i neofascisti sono sempre di casa. Il parziale insuccesso non è da addebitarsi a una marcia indietro dei vertici politici russi nei rapporti finora molto intensi con l’estrema destra europea, né a un minore entusiasmo di quest’ultima per il regime di Putin, che rimane sempre la sua stella polare. Mosca continua infatti come prima a mantenere rapporti in altre sedi con il Front National e Jobbik, ora in più è uscita allo scoperto anche con una forza apertamente neonazista e di rilevante portata come Alba Dorata. Il Donbass da parte sua continua a pullulare di neofascisti e ultrareazionari al soldo di Mosca. Il Forum è stato solo il primo passo di Rodina, un partito per il quale molti prevedono un fortunato futuro politico, nella gestione russa dell’estrema destra europea: è normale che il successo non sia stato pieno. Inoltre, la destra radicale europea è comunque attraversata da tensioni interne che non sempre è facile appianare. Il motivo principale del parziale insuccesso è tuttavia a parere di chi scrive l’attuale situazione confusa a Mosca, dove dietro le quinte sono evidentemente in corso forti lotte intestine, di cui sono un sintomo il pantano nella politica relativa all’Ucraina orientale, l’omicidio di Nemtsov e la strana scomparsa di Putin per dieci giorni. E’ possibile che una delle fazioni in lotta abbia convinto svariati soggetti dell’estrema destra europea a non prendere parte al Forum allo scopo di fare uno sgambetto a Rodina, il cui leader Rogozin gestisce il complesso militare-industriale ed è quindi espressione diretta dei siloviki, cioè gli apparati militari e di sicurezza. Che questi ultimi, in una potenza nucleare come la Russia, prendano sotto la loro ala protettrice i neofascisti europei rimane comunque un fatto estremamente inquietante.

 

Alcune perle dal Forum

Riportiamo qui di seguito le dichiarazioni più folcloristiche pronunciate durante l’evento, tratte dalle fonti russe già citate sopra e da un articolo del sito “Snob”:

Yuriy Lyubomirskiy del partito Rodina apre il forum con parole tragiche: “Disgregazione culturale. Immigrazione incontrollata. Declino economico. Ecco cosa sta accadendo in Europa!”.
Interviene Roberto Fiore, di Forza Nuova: “Cosa è la libertà? Se per esempio in Italia pronunci una parola contro i gay, ti sbattono in prigione. Ti mettono in prigione anche se dici che la famiglia tradizionale è l’unica possibile! Io sono di Roma. Ma fin da bambino ho imparato che ci sono tre Rome. Una è quella in cui sono nato. L’altra è Costantinopoli, che ha lottato contro il mondo musulmano. E la terza è Mosca, la Russia. Il ruolo dei russi è particolare. La rinascita dell’Europa, un’Europa cristiana. Non sono io a dirlo, è Dio che lo dice. I liberali distruggono le nostre tradizioni. L’Islam distrugge la civiltà europea. Ci salvano i rapporti politici e spirituali tra la Russia e l’Europa. Oggi qui comincia una nuova rivoluzione”.
Chris Roman del centro “Euro-Russia”, afferma che nel suo paese, il Belgio, “chi si dichiara contrario all’omosessualità finisce in prigione” e, dopo avere ricoperto di lodi il regime di Putin condannando l’opposizione liberale, spiega che “Politkovskaja, Nemtsov e Berezovskij ora sono tutti all’inferno. La Russia non potrà mai essere più piccola, ma solo più grande. La Crimea è russa, l’Alaska è russa, solo il Kosovo è della Serbia”. Infine, dopo essersi pronunciato contro i matrimoni gay, annuncia che “in Occidente presto sarà possibile sposarsi con un cane o con un pinguino”.
Jared Taylor, razzista Usa, autore del libro “L’identità bianca”: “se nessuno si deciderà a bombardare il nostro paese, gli Stati Uniti insegneranno a tutto il mondo quanto è sano essere omosessuali”. Poi cita (del tutto opportunamente, bisogna ammetterlo) una frase di Churchill: “I fascisti del futuro si chiameranno antifascisti”.
Nick Griffin, del National Party britannico, evidentemente si è dimenticato di portare con sé gli occhiali: “se volete vedere dei nazisti andate a Washington e a Kiev!”
Olivier Wyssa, deputato regionale ed ex membro del Fronte Nazionale francese, fa ‘rivelazioni compromettenti’ sulla sua ex collega di partito: “La maggior parte degli amici di Le Pen sono omosessuali, molti sono anche giudeomassoni”
Aleksej Zhivov, del movimento di estrema destra “Lotta per il Donbass”, rivolgendosi ai colleghi neofascisti in platea esclama: “Siamo noi i veri antifascisti!”
Kontantin Krylov, direttore della rivista “Questioni del nazionalismo” afferma da parte sua impassibile: “Al Forum non prende parte nessun fascista. Non mi interessa dove si riuniscono. Di sicuro in qualche sporca cantina, cioè nel posto che si meritano”.
Jim Dowson, della “Lega per la vita” britannica, infiamma il pubblico mostrando sullo schermo una foto di Putin a petto nudo e spiegando che “Putin è un vero uomo, mentre Obama è una femminuccia”. Poi aggiunge: “Lenin è morto, Thatcher è morta, Buddha è morto, Maometto è morto, ma Cristo è vivo! Dio salverà la Russia! Dio salverà il popolo russo! Dio salverà Vladimir Putin!”.
Infine Udo Voigt, europarlamentare del Partito Nazional-Democratico tedesco, dice anche lui la sua sul tema più gettonato al Forum: “Al centro della nostra politica non ci sono certo i problemi dei froci e delle lesbiche. Al centro della nostra politica ci sono le nostre famiglie, i nostri figli”.

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Casa Pound si schiera con la Russia / Fascismo e “antifascismo” in salsa italo-russa

Un po’ in ritardo rispetto agli altri gruppi neofascisti italiani, ma anche Casa Pound alla fine si è schierata con la Russia e i separatisti del Donbass. L’organizzazione, che in passato aveva rapporti con l’estrema destra ucraina, dopo Maidan aveva assunto progressivamente un profilo sempre più defilato sulla questione, evitando di assumere una posizione. Nella primavera del 2014 un suo militante, Francesco Saverio Fontana, è entrato a fare parte come volontario del battaglione Azov, formato principalmente da neofascisti, ma la sua è stata evidentemente più che altro un’iniziativa individuale. Casa Pound si preparava infatti all’alleanza con la nuova Lega di Matteo Salvini e alla fine il 18 ottobre scorso ha partecipato alla manifestazione di Milano insieme al resto del popolo della “nuova destra radicale” sotto le bandiere della Repubblica Popolare di Donetsk, quelle russe e i ritratti di Putin. Oggi questa linea viene palesemente confermata. Casa Pound sta lanciando Sovranità, una forza politica organizzata e non più solo un soggetto “a rete”, destinata a rientrare sotto l’ombrello di Salvini. Nell’ambito delle iniziative il sostegno alla Russia di Putin (e indirettamente ai separatisti del Donbass) si sta profilando con chiarezza. Il promotore di Sovranità, Alberto Arrighi, si è premurato di sottolineare fin dall’inizio in un’intervista al Secolo d’Italia che “io non ho nulla a che spartire con chi vuole stare all’interno della Nato, dell’Ue, chi vuole privilegiare i rapporti con gli Usa rispetto a quelli con la Russia di Putin”.

 

Ma il segno più chiaro delle spostamento verso la Russia di Casa Pound è il coinvolgimento di Irina Osipova nel lancio di Sovranità, come è avvenuto per esempio il 15 marzo all’Aquila in una presentazione del nuovo progetto “a sostegno di Matteo Salvini” a fianco del vicepresidente di Casa Pound, Simone Di Stefano. Osipova è presidente dell’associazione dei giovani russi e italiani RIM e, come ha scritto Giovanni Savino su MicroMega, “si è attivata molto nel corso dell’ultimo anno, a partire dagli eventi del Maidan, e ha stretto contatti con gli ambienti della destra italiana, organizzando un convegno al Campidoglio l’11 luglio con esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e altre associazioni, il viaggio di Lombardia-Russia a Mosca a fine settembre e la spedizione di Salvini nella capitale russa e in Crimea. Osipova è stata presente come traduttrice alla trasmissione del popolare conduttore Pyotr Tolstoy e alla conferenza di Salvini all’agenzia di stampa Itar-Tass. La presidentessa di RIM è stata presente anche a una conferenza promossa dal Fronte Europeo per la Siria (cartello che raggruppa diverse organizzazioni di estrema destra) e ospitata da l’atelier ‘L’Universale’ a Roma il 3 luglio”. Osipova è molto attiva anche nel sostegno ai separatisti delle “repubbliche popolari” del Donbass, come testimonia tra le altre cose il fatto che si sia fatta promotrice della manifestazione del 28 febbraio scorso a Roma a loro supporto e contro le sanzioni che colpiscono la Russia, insieme alla leghista Lombardia Russa e sotto lo slogan “Noi con Salvini”. Irina Osipova inoltre aveva ospitato nel sito della sua associazione una sua intervista ad Andrea Palmeri, il militante di Forza Nuova che milita come volontario nelle fila dei separatisti del Donbass. E così, tra Lega Nord, Fratelli d’Italia, Casa Pound e Forza Nuova il cerchio si chiude. (Segnalo a chi è interessato un buon articolo aggiornato sul “fascioleghismo”).

Osipova in un suo post su Facebook ci aiuta a suo modo a comprendere meglio le apparenti contraddizioni a cui assistiamo da tempo nel “mondo russo” riguardo al tema fascismo/antifascismo. Dalla primavera scorsa infatti nel Donbass si può assistere allo spettacolo di una banda di incalliti neofascisti che si presenta al pubblico affermando di lottare contro il fascismo (che naturalmente è sempre e solo quello di Kiev) e dicendosi portatrice della tradizione della vittoria contro il nazismo (ma solo nei termini della vittoria militare dell’amato Stalin contro i tedeschi “bravi fino al 1939, ma che poi hanno sbagliato attaccando la Russia”). E come abbiamo visto sopra, una banda di noti neonazisti si riunisce a San Pietroburgo affermando di non avere nulla a che fare con il fascismo, anzi, definendosi addirittura “i veri antifascisti”, ricordando però sardonicamente come a suo tempo Churchill avesse detto che i fascisti del futuro si sarebbero presentati come antifascisti. A completare il quadro, nel Donbass un comandante ultrareazionario e promotore di idee fasciste come Mozgovoy riesce nel giro di poco tempo a farsi ritrarre abbracciato con una nota neonazista di San Pietroburgo e ad annunciare la formazione sotto il suo comando di un reparto “comunista”http://colonelcassad.livejournal.com/2098864.html (in realtà un reparto che di comunista non ha nulla se non la bandiera sovietica, che rientra nell’armamentario di molti rosso-bruni russi, per i quali significa solo oppressione nazionale contro gli ucraini). Osipova scrive a proposito della Russia durante la seconda mondiale che “l’antifascismo era di fatto diventato simbolicamente un raggruppamento del popolo che ha impugnato le armi per proteggersi dallo straniero. Paradossalmente, un concetto analogo a ciò che il Fascismo ha tentato di realizzare in Italia”. Poi spiega che in Russia “esser antifascista significa difendere la Patria dallo straniero che vuole corromperla (anche attraverso l’influenza culturale, come l’imposizione al resto del mondo dell’ideologia LGBT), e preservarla dalla distruzione della società, tutelando la sovranità nazionale”, cioè un antifascismo che non ha nulla a che vedere con una lotta contro il fascismo e la sua ideologia, di cui accoglie invece i postulati principali. Osipova critica anche l’incoerenza degli “antifascisti” italiani che sostengono i separatisti, quando parla della “strumentalizzazione antifascista italiana, che si intende sostenere l’antifascismo nel Donbass, ma chiudendo gli occhi sulle evidentissime differenze ideologiche, non condividendo i concetti di base delle repubbliche di Donetsk e Lugansk assecondando davanti al proprio antifascismo l’attaccamento dei filo-russi alla figura di Putin e ai concetti come ‘Patria, famiglia naturale, tradizione, ordine, sovranità nazionale, legislazione sociale’” – frase scritta in maniera sgrammaticata, ma chiara nei suoi contenuti: la sinistra italiana che sostiene i separatisti chiude sistematicamente gli occhi sulla natura ultrareazionaria (e secondo noi neofascista) delle “repubbliche popolari”. E su questo non si può che dare ragione a Osipova.

26 MARZO 2015

 

Gli altri nostri materiali sul tema neofascismo-Russia-Ucraina-separatisti:

https://crisiglobale.wordpress.com/tag/neofascismo/

Il testo originale, con le illustrazioni, è in https://crisiglobale.wordpress.com/2015/03/26/focus-ucraina-il-cuore-dei-neofascisti-batte-per-la-russia