Super Mario Draghi al servizio dei banchieri

 

 

di  Eric Toussaint*

 

Giovedì 7 agosto 2014, la BCE ha annunciato che manterrà le misure adottate nella riunione del 5 giugno 2014. Questa decisione cade in un contesto di evidente fallimento delle politiche da essa applicate fin dall'inizio della crisi [1]. L'Italia è in recessione: il PIL è diminuito dello 0,2% nel secondo trimestre 2014, dopo una diminuzione dello 0,1% nel trimestre precedente [2]. In Portogallo, che si dichiarava ormai fuori dai guai, la quasi bancarotta della seconda banca del paese, Banco Espirito Santo (un vero impero economico in quel paese), comporterà un costo enorme per le finanze pubbliche che, una volta ancora, socializzeranno le perdite. In Germania, la produzione industriale è aumentata solo dello 0,3% nel giugno 2014: si prevedeva un aumento dell'1,2%. In un anno, l'attività industriale tedesca è diminuita dello 0,5% (contro la previsione  di un aumento dello 0,3%). Nel luglio 2014, nella zona euro l'inflazione è scesa allo 0,4%, nonostante la BCE, per statuto, sia tenuta a mantenere un tasso di inflazione attorno al 2%. Nella zona della moneta unica, il tasso di disoccupazione rimane al livello elevato del 12%. Nonostante i pessimi risultati economici, Mario Draghi viene elogiato dai grandi media. In questo articolo analizzeremo le misure prese dalla BCE a partire dallo scorso mese di giugno.

 

All'indomani di un'importante riunione della BCE, il quotidiano Le Monde non mancava di elogiare il presidente dell'istituzione finanziaria con sede a Francoforte: “Mario Draghi ha dato prova ancora una volta, giovedì 5 giugno, della maestria con la quale guida la Banca centrale europea. L'Italiano rappresenta sempre più l'uomo giusto al posto giusto” [3]. [a proposito della carriera di Mario Draghi rimandiamo al riassunto alla fine di questo articolo]. Il Financial Times, e l'insieme della stampa dominante hanno espresso commenti sulla stessa lunghezza d'onda. I mercati finanziari hanno reagito molto positivamente, le Borse hanno segnato un importante rialzo.

Una cosa è certa: le decisioni prese dalla BCE non miglioreranno la situazione economica, non permetteranno di creare posti di lavoro e le condizioni di vita della popolazione della zona euro non subiranno miglioramenti qualitativi. La BCE mantiene il medesimo orientamento: sostegno totale alle grandi banche ed al padronato a scapito della maggior parte della popolazione.

 

Quali sono le misure annunciate dalla BCE il 5 giugno 2014?

 

  • Fissare allo 0,15% il tasso pagato dalle banche per i prestiti della BCE

 

Ancora una volta la BCE ha deciso di abbassare il tasso al quale presta denaro alle banche private. Tasso che è passato dallo 0,25% (in vigore dal novembre 2013) allo 0,15% dall'11 giugno 2014 [4]. Tutto questo a beneficio delle banche private che, a loro volta, possono prestare questo denaro agli Stati a tassi che variano dall'1,40% (come in Germania a fine giugno 2014) al 6,00% per la Grecia [5]….Ufficialmente, la diminuzione del tasso dovrebbe indurre le banche ad aumentare i loro prestiti alle imprese (in particolare, alle PMI – Piccole Medie Imprese, che in Europa rappresentano il maggior datore di lavoro) ed alle famiglie. Ma le banche preferiscono prestare agli Stati perché è più sicuro. Acquistare titoli del debito sovrano (debito pubblico) permette loro di raggiungere più facilmente i limiti imposti delle autorità di controllo bancario per il capitale minimo richiesto, rispetto al bilancio totale (o al totale degli attivi). [6]

 

  • Fissare allo 0,10% il tasso pagato da quelle banche che depositano giornalmente denaro alla BCE

 

La BCE ha anche deciso che le banche, che ogni giorno le affidano denaro per metterlo in sicurezza, dovranno pagare un tasso dello 0,10%. Ufficialmente, anche questa misura vuole indurre le banche a prestare più alle PMI e alle famiglie il denaro di cui dispongono, piuttosto che depositarlo alla BCE;  ma in realtà tutto questo non funziona perché i prestiti alle PMI e alle famiglie ristagnano o diminuiscono a seconda dei paesi.

Perché le banche depositano le loro liquidità presso la BCE? Perché è un modo per dimostrare alle altre banche e agli altri fornitori privati di crediti (Money Market Funds, fondi pensionistici, compagnie d'assicurazione), ai loro creditori in generale, ai loro azionisti e alle autorità di controllo che dispongono in permanenza di denaro cash, essendo in questo modo in grado di gestire l'esplosione di bombe a scoppio ritardato che si annidano nei loro conti. Se non disponessero di questo cash, i potenziali prestatori si rivolgerebbero ad altri o imporrebbero tassi elevatissimi. Le azioni verrebbero vendute e il loro corso crollerebbe.

 

  • Accordare alle banche 400 miliardi di euro supplementari in crediti di lunga dura durata.

 

La BCE presterà ai banchieri privati 400 miliardi di euro a tasso fisso (che immaginiamo sarà molto basso, vicino allo 0,15%). Lascia anche intendere che concederà questi nuovi crediti a lungo termine, a condizione che le banche li prestino alle PMI, per rilanciare la produzione e creare occupazione. Occorrerà far molta attenzione a come questo annuncio verrà realizzato concretamente, perché, fino ad oggi, la BCE non ha mai costretto le banche a fare qualcosa di preciso con i fondi che presta loro. E' però sicuro che molte di quelle banche che hanno chiesto prestiti per 1'000 miliardi di euro – tra dicembre 2011 e gennaio 2012 – nell'ambito del LTRO (Long Term Refinancing Operations) – per una durata di 3 anni, hanno oggi un bisogno urgente di aver di nuovo crediti a lungo termine, chiamati TLTRO (Targeted Long Term Refinancin Operations). Questi nuovi crediti dovrebbero permetter loro di saldare i precedenti, per non dover dichiarare fallimento per incapacità di rimborso.

Per comprendere  perché questo nuovo credito è vitale per una serie di banche importanti, occorre capire cosa è il TLTRO (vedi riquadro a fine dell'articolo).

 

  • La BCE spinge le banche private a produrre più prodotti strutturati

 

Le banche hanno ridotto i crediti alle famiglie e alle imprese, in particolare a quelle piccole e alle medie che rappresentano la maggioranza dei posti di lavoro. Nel 2013, nella zona euro, i crediti bancari sono diminuiti del 2%, i crediti alle imprese non finanziarie sono diminuiti del 3,5%. Le collettività locali dipendono sempre più da finanziamenti obbligazionari. Nell'Unione europea le economie periferiche sono sicuramente le più toccate.

 

Per incoraggiare, nonostante tutto, i banchieri europei ad aumentare i loro crediti alle PMI, Mario Draghi propone loro di aumentare la produzione di prodotti strutturati, composti da un insieme di prestiti a queste PMI. Di cosa si tratta? Le banche che accordano crediti alle PMI possono registrarli fuori dai loro bilanci cartolarizzandoli e assemblandoli in un prodotto strutturato (Asset Backed Securities). La BCE propone poi alle banche di depositare presso di lei questi prodotti strutturati come collaterali (= in garanzia) per ottenere uno scambio di credito allo 0,15%. Poiché nel 2014, i tassi che le banche chiedono alle PMI oscillano tra il 5 e il 6% in Spagna ed in Italia, tra il 3 e il 4% in Francia ed in Germania, Draghi afferma che le banche ne trarranno benefici sicuramente interessanti. Nonostante questa proposta allettante, le banche sono restie ad aumentare i loro crediti alle PMI ed ad accrescere i prodotti strutturati così come vengono proposti dal presidente della BCE [8], che ne è assai deluso e ribadisce ad ogni occasione le stesse proposte. Così è stato anche in occasione della riunione del direttivo della BCE del 5 giugno 2014.

 

La proliferazione di prodotti strutturati è stato al centro della crisi bancaria iniziata nel 2007-2008 e tutto ciò che Mario Draghi è in grado di proporre come mezzo per rilanciare il credito alle PMI è di spingere le banche europee a produrne di nuovi!

 

  • La BCE aumenterà ulteriormente la liquidità in circolazione?

 

Dal 2008-2009,la BCE non ha mai smesso di aumentare la liquidità messa a disposizione delle banche, inondando in modo massiccio l'economia reale di queste liquidità (vedi qui più avanti NdR). Il 5 giugno 2014 ha annunciato un cambiamento nella propria politica di riacquisto di titoli sovrani che avrà come conseguenza di aumentare ancora un po' la liquidità. In gergo, si chiama mettere fine alla sterilizzazione del programma di riacquisto dei titoli sovrani (il Securities Markets Programme, seguito a fine 2012 dal Outright Monetary Transactions – OMT -).

Fino ad ora, quando la BCE riacquistava dalle banche private dei titoli sovrani (italiani, portoghesi, greci, irlandesi, spagnoli…) tali acquisiti avvenivano sul mercato primario, e la BCE riacquistava dalle banche un volume equivalente di liquidità. A partire dal giugno 2014, la BCE pagherà alle banche i titoli che riacquista presso di esse, senza chiedere l'equivalente in liquidità. Così facendo, “la BCE aumenterà meccanicamente la liquidità a disposizione del sistema bancario”  concludeva  Frédéric Rollin, consigliere in strategia presso la banca Pictet [9]. Tutto questo equivale a circa 170 miliardi di euro.

 

  • L'economia europea è caduta nella trappola della liquidità

 

A causa delle politiche perseguite dalle banche centrali e dai governi, l'economia dei paesi più industrializzati è caduta in quella che Keynes chiamava la trappola della liquidità. Mentre le banche centrali iniettano liquidità ed abbassano i tassi di interesse, le banche e le grandi imprese private preferiscono tenere la propria liquidità a portata di mano per far fronte ai duri colpi delle bombe a scoppio ritardato che si annidano nei loro bilanci ed alle nuove bolle che esse stesse contribuiscono attivamente a fabbricare [10]. Le imprese industriali e dei servizi considerano che non valga la pena investire poiché la domanda, sia privata che pubblica, risulta assai anemica. Esse si trovano dunque a gestire un'enorme massa di liquidità che utilizzano per speculare. Nel 2012 le imprese europee detenevano 2.400 miliardi di euro sotto forma di liquidità (16 volte il budget annuale dell'Unione Europea!)[11]. Cose mai viste prima!

 

Secondo Keynes, per uscire dalla trappola della liquidità occorre che i governi aumentino la spesa pubblica per rilanciare la domanda e, in questo modo, l'economia nel suo complesso: spese d'investimento (si potrebbe evidentemente investire massicciamente nella transizione ecologica, nelle energie rinnovabili, nei grandi lavori di pubblica utilità, nelle strutture scolastiche e collettive), spese per assumere personale nei servizi pubblici e per pagarli meglio, spese sociali  (salute, educazione, servizi sociali), spese per aumentare le pensioni e gli assegni sociali… Ma di tutto ciò le banche centrali ed i governi non vogliono sentir parlare perché vogliono intensificare la loro politica di attacco alle conquiste sociali.

 

Un' offensiva per intensificare le politiche neoliberali

 

Recentemente, Mario Draghi ha moltiplicato le dichiarazioni [12] e le iniziative  che vanno nel senso di ottenere una sempre più intensa politica di austerità di bilancio e lo sviluppo di misure strutturali di precarizzazione dei meccanismi di protezione sociale e di solidarietà collettiva: maggiore flessibilità dei contratti di lavoro per facilitare i licenziamenti, riduzione dei salari, aumento dell'intensità e della durata del lavoro ed attacchi alle pensioni….

Il rapporto annuale della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) apparso nel giugno 2014 va esattamente nella stessa direzione: “La combinazione di politiche strutturali appropriate varia necessariamente da un paese all'altro, ma comprende spesso la deregolamentazione dei settori protetti, come i servizi, il miglioramento della flessibilità del mercato del lavoro, l'aumento del tasso di attività e la riduzione dell'ipertrofia del settore pubblico. Dare maggior peso al risanamento e alle riforme comporta il fatto di attribuirne sempre di meno ad una gestione espansionistica della domanda. Questo principio si applica alla politica bilancio. Dopo le prime misure di stimolo finanziario, si è scoperta in parte la necessità di garantire la viabilità a più lungo termine. Questa scoperta è benvenuta: mettere ordine nelle questioni di bilancio è primordiale ed occorre resistere alla tentazione di distanziarsi da questa via” [13].  in parole povera, la BRI vuole che i governi intensifichino  gli attacchi contro le prestazioni sociali introdotte negli anni successivi alla seconda guerra mondiale e riducano la spesa pubblica.

 

Conclusioni

 

L'enorme crescita di liquidità che ha conosciuto l'Europa a partire dal 2007-2008 è servita a mantenere intatta la potenza delle grandi banche private, senza per contro contribuire a far uscire le economie investite dalla crisi. Grazie all'intervento della BCE e di altre banche centrali (e sicuramente anche grazie alle decisioni dei governi), le grandi banche private continuano le loro attività, massicciamente speculative e spesso fraudolente, per non dire criminali. Sostenute da un meccanismo di trasfusione permanente di risorse (crediti pubblici illimitati a tassi di interesse quasi nulli o chiaramente negativi). Alcune di loro, e non la minoranza, vengono semplicemente  mantenute in vita grazie alla respirazione artificiale (ai crediti pubblici illimitati si aggiunge un'iniezione di capitali pubblici per ricapitalizzarle e di garanzie pubbliche per i loro debiti). Il mestiere della banca è troppo serio per essere lasciato nelle mani del settore privato. Occorre socializzare il settore bancario (cheimplica il suo esproprio)e porlo sotto il controllo dei cittadini (dei salariati bancari, dei clienti, delle associazioni e dei rappresentanti dei settori pubblici locali), perché il settore deve essere sottoposto alle regole del servizio pubblico [14] e i profitti che derivano dalla sua attività devono essere utilizzati per il bene comune.

 

La politica della BCE, delle altre banche centrali e dei governi applicata finora ha causato un forte aumento del debito pubblico, a causa di molteplici fattori, legati fra di loro: il costo del salvataggio delle banche; il costo della crisi, di cui sono responsabili le banche centrali, i governi, le banche private e le altre grandi imprese; la proibizione per gli Stati di chiedere prestiti alla Banca centrale; le continue agevolazioni fiscali alle grandi imprese e ai detentori di grandi patrimoni…. Tutto questo conferisce un carattere palesemente illegittimo ad una parte importante del debito pubblico. In particolare: quella parte didebito pubblico causato dagli interventi di salvataggio della banche è sicuramente illegittima e deve essere rifiutata. Un audit indipendente deve determinare gli altri debiti illegittimi, illegali, odiosi, insostenibili…[15] e dare il via ad una mobilitazione a partire dalla quale possa svilupparsi un'alternativa anticapitalista credibile. 

 

In questo contesto, la politica della BCE è al tempo stesso illegittima, odiosa, insostenibile e illegale. È illegittima perché favorisce un'infima minoranza della popolazione,che tra l'altro è responsabile della crisi e ne trae profitto. È illegittima perché danneggia la stragrande maggioranza della popolazione. Questa politica della BCE è ancor più illegittima nella misura in cui coloro che la concepiscono sono coscienti di tutto quanto ci ha portato a questa situazione. Nel caso dei paesi sottoposti ai memorandum imposti dalla Troika, di cui la BCE è uno degli attorni centrali, questa politica è odiosa poiché essa viola alcune convenzioni e trattati relativi ai diritti umani (economici, sociali, civili e politici) ed è imposta da istituzioni che non  hanno ricevuto alcun mandato popolare per procedere in questo modo. Questa politica è ancheinsostenibile [16] perché impoverisce una gran parte della popolazione, porta a un peggioramento della salute e dell'educazione pubblica ed all'aumento della disoccupazione….Per finire questa politica è ancheillegale perché non rispetta gli statuti della BCE (statuti che, del resto, disapproviamo). Per esempio, anche se di carattere per nulla esaustivo, la BCE non ha nei propri statuti alcun mandato che le permetta di  intervenire nelle relazioni di lavoro. Eppure, essa cerca continuamente di imporre modifiche alle leggi che riguardano il diritto del lavoro.

 

Occorre rivedere completamente la politica monetaria, gli statiti e la pratica della BCE. La BCE e le banche centrali devono poter finanziare direttamente gli Stati in modo che essi possano realizzare gli  obiettivi sociali ed ambientali fondamentali per le popolazioni. Di per sé, il finanziamento diretto da parte della BCE e delle banche centrali non è sufficiente: questi finanziamenti devono far parte di una dimensione sociale ed essere al servizio dell'interesse generale. Infatti, anche se gli Stati Uniti e il Regno Unito finanziano in modo importante il proprio debito attraverso le loro banche centrali [17], è difficile affermare che questa politica venga condotta nell'interesse della maggior parte della loro popolazione.

 

La mobilitazione dei cittadini e l'auto-organizzazione sociale sono le condizioni sine qua non per la realizzazione di un programma di uscita dalla crisi che favorisca i popoli [18]. Senza queste premesse non vi sarà una vera alternativa emancipatrice di fronte alla crisi attuale.

 

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Note

 

[1] Attenzione, se il fallimento nasce dagli obiettivi ufficiali proposti, tutt'altro è se si tiene conto delle scadenze nascoste della BCE e dei dirigenti europei: al momento attuale della crisi, l'obiettivo dei dirigenti europei dei paesi più forti e dei padroni delle grandi imprese, non è quello di rilanciare la crescita e di ridurre le asimmetrie tra economie forti e deboli in seno all'UE. Al contrario, si rallegrano per l'esistenza di una zona economica, commerciale e politica comunitaria dove traggono profitto dalla disfatta periferica e dai sacrifici imposti a tutti i salariati europei per rafforzare le imprese e la competitività. Per continuare la grande offensiva su scala europea, dopo la seconda guerra mondiale, contro i diritti economici e sociali della maggioranza della popolazione, i governi e il padronato usano : l'aumento molto importante della disoccupazione, il rimborso del debito pubblico che è molto aumentato, la ricerca dell'equilibrio budgetario come pretesto per tagli ingenti nelle spese sociali e nei servizi pubblici, la questua per una migliore competitività degli Stati membri dell'UE, uno con l'altro cosi come rispetto ai concorrenti mondiali. Da questo punto di vista, la politica della BCE non rappresenta un fallimento

[2] http://www.lesechos.fr/finance-marches/marches-financiers/0203688232137-litalie-en-recession-pousse-les-taux-allemands-a-un-plus-bas-historique-1030888.php#gauche_article

|3| Le Monde, « L’arsenal de Mario Draghi contre la déflation », 6 juin 2014, http://www.lemonde.fr/idees/article/2014/06/06/l-arsenal-de-mario-draghi-contre-la-deflation_4433369_3232.html

[4] La BCE ha iniziato ad abbassare il suo tasso di interesse in vari momenti successivi a partire dal  2008. In ottobre 2008 ammontava al,75%. Vedi : https://www.banque-france.fr/economie-et-statistiques/changes-et-taux/les-taux-directeurs.html

|5| Si tratta dei tassi dei titoli sovrani a 10 ans. I tassi praticati per gli altri paesi a fine giugno 2014 ammontavano a 1,75% per la Francia, a 1,86% per il Belgio, a 2,75% per la Spagna, a 2,85%  per l'Italia, a 3,57% alla Polonia,  3,60% al Portogallo,…

|6| Ho spiegato questo sul sito http://cadtm.org/Les-banques-bluffent-en-toutepublié le 19 juin 2013 ; http://cadtm.org/Banques-bulletin-de-sante-trafiquepubblicato il 23 luglio 2013. Vedi anche il mio libro Bancocratie, Aden, Bruxelles, capitoli 8 e 9. Da comandare sul sito:http://cadtm.org/Bancocratie

|7| Vedi sul sito della BCE : « In this longer-term refinancing operation, the rate at which all bids are satisfied is indexed to the average minimum bid rate in the main refinancing operations over the life of the operation », http://sdw.ecb.europa.eu/servlet/desis?node=100000133

|8| Nel  2013, In Europa, l'emissione di tutti i tipid'ABS sono affondati contemporanemente del  38 %  rispetto al 2012 (Financial Times, 18 febbraio 2014). In 4 anni la caduta e di più dell' 80 % ! (Financial Times, 3 settembre 2013).

|9| Citato nel Le Monde del 7 giugno 2014.

|10| Molte bolle speculative sono in espansione e minacciano di esplodere: bolle borsistiche, bolle sulle materie prima, nuova bolla immobiliare, bolle sulle obbligazione sovrane o sulle obbligazioni di imprsa,…Vedi Eric Toussaint, Bancocratie, Aden, Bruxelles, 2014, capitolo 38.

|11| Financial Times, « European Corporate buybacks sink to 2009 lows », 2 novembre 2012. L'articolo si riferisce ai calcoli di Thomson Reuters. Secondo The Economist, le imprese canadesi detenevano  300 milliardi di dollari in cash nel 2012, cioè il 25 % più che nel 2008. Il fenomeno concerne tutti i paesi più industrializzati: In Giappone, nel  2012, le impree conservavano in liquido l'equivalente di  2 800 milliardi di dollari, 75 % più che nel  2007 ! (The Economist, « Dead money. Cash has been pilling up on companies’ balance-sheets since before the crisis », 3 novembre 2012).

|12| Vedi Financial Times, “Draghi coaxes politicians to take lead in next batch of reforms », 11 luglio 2014.

|13| BRI, 84e Rapporto annuale 1° aprile 2013–31 marzo 2014, Basilea, 29 giugno  2014, p. 17 http://www.bis.org/publ/arpdf/ar2014_1_fr.pdf

|14| Il settore bancario dovrebbe essere completamente publico ad eccezione del settore cooperativo di piccola taglio con il quale potrebbe coabitare e collaborare.

|15| Vedi CAC, Que faire de la dette ? Un audit de la dette publique de la France, mai 2014, http://www.audit-citoyen.org/wp-content/uploads/2014/05/note-dette.pdf  Per il Belgio vedi : ACiDe, BRISER LE CERCLE VICIEUX DE LA DETTE ET DE L’AUSTÉRITÉ, mémorandum de l’audit citoyen de la dette en Belgique, AVRIL 2014, http://www.auditcitoyen.be/wp-content/uploads/memorandum.pdf

|16| Sul piano economico, questa politica è auspicabile dal punto di vista degli interessi dei capitalisti ma non auspicabile dal punto di vista dei diritti umani.

|17| In questi ultimi anni, la FED ha riacquisito più di 2400 miliardi di $ di buoni del tesoro degli Stati Uniti (in ottobre 2014, il volume dei buoni del tesoro in possesso della Fed raggiungeva i 2450 miliardi), che rappresentano il 18% del volume totale dei buoni del tesoro in circolazione. Fonte : Natixis, EcoHebdo, 25 luglio 2014, N°29, http://cib.natixis.com/flushdoc.aspx?id=78192Attenzione, contrariamente ad un idea molto estesa, la Fed non compra i buoni del Tesoro direttamente, li compera con operazioni di open market  presso banche private che le hanno acquisite preliminalmente. Vedi la legislazione degli Stati Uniti in materia : http://www.federalreserve.gov/aboutthefed/section14.htm

|18| Vedi un largo ventalgio di proposte in: Eric Toussaint, « Europe : alternatives à la crise », aprile 2014, http://cadtm.org/Europe-alternatives-a-la-crise

* Éric Toussaint, docente presso l'universita di Liegi, presiede il  CADTM Belgique ed è membro scientifico del consiglio d’ATTAC France. E' autore dei libri: Bancocratie, Aden, 2014, http://cadtm.org/Bancocratie ; Procès d’un homme exemplaire, Éditions Al Dante, Marseille, 2013 ; Un coup d’œil dans le rétroviseur. L’idéologie néolibérale des origines jusqu’à aujourd’hui, Le Cerisier, Mons, 2010. Questo articolo è apparso sul sito del CADTM. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà del Cantone Ticino.

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Chi è Mario Draghi?

 

Dal 1991 al 2001, Mario Draghi è direttore generale del ministero del Tesoro pubblico italiano, incaricato delle privatizzazioni. In questo ruolo, è membro del consiglio d'amministrazione di numerose banche e società in fase di trasferimento al settore privato (Eni, IRI, Banca Nazionale del Lavoro-BNL e IMI). Dal 2002 a 2005, è vice-presidente della sede europea della banca americana Goldman Sachs. È in quel periodo che questa banca viene pagata dalle autorità greche per truccare i loro conti pubblici. Il 16 gennaio 2006, Mario Draghi diventa governatore della Banca d'Italia, nominato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con un mandato rinnovabile di sei anni. Mario Draghi è diventato presidente della BCE il 1° novembre 2011.

 

 

Cos'è il LTRO (Long Term Refinancing Operations)?

 

L'operazione consiste nell'accordare alle banche prestiti a lungo termine. Tra dicembre 2011 e febbraio 2012 la BCE ha prestato a poco più di 800 banche, più di 1.000 miliardi di euro per una durata di 3 anni ad un tasso di interesse dell'1% (quando l'inflazione raggiungeva circa il 2%). Di fatto, il regalo fatto  alle banche è stato più importate di quanto possa far supporre un tasso d'interesse dell'1% (seppur di per sé già molto vantaggioso). Per due ragioni molto semplici:

1) Gli interessi sulla somma presa a prestito vengono versati solamente al momento del rimborso. Se una banca ha dunque chiesto in prestito per 3 anni e non rimborsa anticipatamente, paga gli interessi solamente alla scadenza.

2) Nel frattempo il tasso è stato abbassato a più riprese, raggiungendo lo 0,15% a partire dal giugno 2014.

Prendiamo , ad esempio, una banca come Dexia che, all'inizio 2012, ha chiesto alla BCE un prestito di più di 20 miliardi di Euro per un periodo di 3 anni e che dovrà rimborsare la somma solamente all'inizio del 2015. A questa somma si aggiungerà il pagamento degli interessi che verranno calcolati come segue: l'1% di  interesse fino a luglio 2012, lo 0,75% per il periodo luglio 2012 – maggio 2013, lo 0,50% da maggio 2013 a novembre 2013, lo 0,25% da novembre 2013 a giugno 2014, lo 0,15%  a partire da giugno 2014 [7]. La banca pagherà questi interessi solamente al momento del rimborso della somma presa in prestito. Cosa succederà allora? E' evidente che molte banche, come Dexia, la maggior banca italiana come Intesa Sanpaolo (che grazie al LTRO ha ricevuto 24 miliardi di euro) o anche la banca portoghese Esperito Santo, in piena crisi da luglio 2014, saranno in grado di rimborsare la somma prestata solamente se chiederanno un prestito ulteriore più o meno equivalente al prestito precedente. E a chi lo chiederanno? Ma alla BCE, nel quadro del TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations). Questa è dunque la vera ragion d'essere di questo TLTRO. Ma la BCE non può dichiararlo ufficialmente, perché deve contribuire a far credere che le banche vanno bene, che hanno risanato i loro conti, che non manca loro liquidità… Ancora meglio: Mario Draghi annuncia che il TLTRO servirà a finanziare le PMI…